L’india è intensa. Non è per tutti. Non è facile. Devi costantemente affrontare polvere, sporco, rumore, clacson, odori – puzze e profumi, e non c’è un attimo di tregua, nemmeno di notte.
Quello che vedi in giro a volte ti fa ingarbugliare il cervello, perché non ci puoi credere che le persone vivano così, dormendo non solo sui marciapiedi ma anche negli spartitraffico delle superstrade e nelle rotonde. Non ci credi quando vedi famiglie intere vivere in box di 2x2m con saracinesca senza finestre – ovviamente senza bagno, senza cucina, senza niente di niente, e avere davanti “casa” il loro lavoro: street food, vendita di caramelle, riparazione biciclette/auto sono quelli che ho visto più spesso. Non ci credi quando vedi che l’acqua la devono pompare dai pozzi. Non ci credi quando vedi che ogni mattina ci provano a pulire un po’ davanti alla loro attività e spazzano cartacce, plastica, residui di cibo, polvere, foglie, terra e chissà cos’altro in un un mucchietto a cui poi danno fuoco. Per poi ritrovarsi di nuovo tutto sporco dopo poche ore. Nel 2023.
Il mio cervello a volte non ce la fa a concepirlo. L’unica spiegazione che riesco a darmi è che queste persone non abbiano mai visto niente di diverso da questo, nessuna possibilità di un modo di vivere diverso, nessuna spiegazione di come si può fare per raccogliere e differenziare, di come una casa possa essere diversa da un box, come si possa dormire su letti. Ma sempre lo stesso mio cervello poi interviene facendomi notare che in questo modo io sto giudicando, mi sto sentendo “superiore” e “nel giusto”, e forse queste persone stanno bene esattamente così, o forse accettano questa situazione perchè ne stanno sognando e preparando un’altra migliore. Chi lo sa?
Poi c’è anche chi sta bene, ovviamente. Tra le undici persone più ricche al mondo nel 2022, ad esempio, ci sono due indiani, il “re del ferro” e del petrolchimico, e il fondatore di una multinazionale che dirige operazioni portuali. Per dire, l’italiano più ricco è al 36° posto, è il sig. Giovanni Ferrero. Quando parlavo con il mio contatto, Dev, lui mi spiegava che più che il sistema delle caste, oggigiorno la popolazione si divide in 3 macrocategorie: i ricchi, la classe media, e i poveri. Immagino che la maggior parte degli indiani si trovi nell’ultima classe, da quel che ho potuto vedere, ma magari chi lavora e i ricchi non si fanno vedere per strada… Ho visto anche edifici molto curati, case nuove molto belle, anche le stazioni dei treni e il servizio della metropolitana di Dehli sono evolute, pulite e perfettamente funzionanti! Ho visto qualche veicolo elettrico e anche degli autobus del servizio urbano elettrici, e ovviamente le stazioni di ricarica. Ho parlato con un giovane imprenditore dell’Uttarakand (nord) che si occupa di pannelli solari ed energia rinnovabile soprattutto per le aziende del tessile della zona, e Aditi, la mia insegnante, mi diceva che negli ultimi anni il governo ha iniziato a fare informazione e ad intervenire per la questione dei rifiuti del Gange: ad esempio i fiori che si usa donare ogni sera al tramonto alla cerimonia del Ganga Aarti, se una volta erano preparati in ciotoline di plastica, ora sono invece raccolti in una foglia. Il che mi fa ben sperare, anche se poi penso che l’India ha 1,4 miliardi di abitanti e se non fanno qualcosa loro per informare e migliorare, cosa posso fare io nel mio piccolo, italiana tra 59 milioni di italiani? A volte mi chiedo anche cosa ne pensa Greta… e mi chiedo cos’avranno mai stipulato nell’ultimo G20 tenutosi proprio ad Agra (la città del Taj Mahal)… se i delegati hanno visto ciò che c’era al di fuori delle vie principali della città, ridipinte e ripulite perfettamente prima del loro arrivo…
Questi sono solo alcuni dei pensieri e delle cose che ho ascoltato e vi riporto. Quando mi metto a scrivere solitamente accetto quello che mi viene, non mi piace programmare gli argomenti, mi devo sentire ispirata per scrivere. Perciò stavolta vi chiedo di accettare intanto questo, e spero che nei prossimi giorni l’ispirazione arrivi per mostrarvi anche ciò che ho visitato e svolto in questo paese così controverso.
Vi lascio con queste immagini che ho scattato dall’auto finché viaggiavamo. Mi piace cercare di catturare dei volti, delle situazioni, dei particolari. Quando le guardate, immaginate il rumore continuo di diversi tipi di clacson che arrivano da tutte le parti, immaginate i profumi e gli odori di quel luogo, immaginate la costante polvere che ricopre tutto.